Dieci magnitudo (Italian Edition) by Adessoscrivo

Dieci magnitudo (Italian Edition) by Adessoscrivo

autore:Adessoscrivo [Adessoscrivo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: New-Book Edizioni
pubblicato: 2017-06-11T22:00:00+00:00


CAPITOLO 10

AMARTI NON È MAI UN ADDIO

Onde sulle sponde dei tuoi fianchi abbronzati attaccati a me, onde più profonde, se ti guardo davvero che cosa non farei.

Alex Baroni, Onde

Sa di salsedine il cielo, il sole è forte e illumina tutto.

Le tapparelle della mia finestra non si erano mai aperte a quest’ora; Gaia è sdraiata sul letto, solo un lenzuolo bianco addosso, nient’altro. È il suo ultimo giorno qui in Puglia e sembra dirle arrivederci ogni piccola nuvola che arriva per andare via: i raggi del sole risplendono sui suoi capelli, lei apre gli occhi lentamente, mettendo una mano davanti per pararsi dal sole.

«Ti prego, chiudi tutto».

Voglio vederla brillare, stamattina. Oggi è il giorno del nostro arrivederci e non voglio passare istanti senza di lei, ricordandomi di questa mattina, nuda sotto il mio lenzuolo dopo una notte ad aver fatto l’amore con ogni centimetro del suo corpo. In casa non c’è nessuno, sono andati tutti via: preparo la colazione, stranamente ho un succo di pompelmo in frigo, non so chi si beve sta roba, sinceramente.

Da quando mio padre convive con questa nuova ragazza sembra andare tutto nel meglio, la loro differenza d’età sembra non pesare a nessuno dei due, si sostengono a vicenda e questa è la cosa più importante. È stato sempre quello che ho voluto per mio padre. Passo davanti ad una loro fotografia e per un attimo ho dei flashback del divorzio, delle cose fatte insieme a lui, delle volte che da soli dovevamo farci forza, degli abbracci, di quella volta che mia madre mi ha chiesto di andare a vivere con lei: le mie lacrime sul sedile posteriore di una Opel Corsa e il mio rifiuto per stare con mio padre.

Non mi pento mai di quello che ho fatto, nemmeno oggi, lo rifarei mille volte: rivivrei le cose brutte passate insieme, le volte che non riuscivamo a farcela fino a fine mese, i miei compagni che potevano tutto ed io che non potevo permettermi niente. Non me ne fregava, sì a volte ci stavo male, ma mi sono sempre ripromesso che un giorno, quando la burrasca sarebbe passata io avrei vissuto qualcosa di meglio, sarei stato un apostrofo, l’eccezione, il ragazzo diverso, con qualcosa in più. Mi sono sempre sentito diverso da ogni persona che ho incontrato, ho sempre sentito quella nuvola passeggerà sopra la mia testa che però non andava mai via, ho sempre dovuto lottare il doppio, soffrire il doppio, ricordare il triplo. Ho imparato un sacco dai miei sbagli: ogni volta che cadevo dovevo alzarmi da solo con le mie ginocchia sporche, i graffi, qualche cicatrice e i denti stretti. Forse è per questo motivo che ho sempre avuto un caratteraccio, sono sempre stato quello che dubitava, quello che evitava, sono quello che non ha mai avuto tanti amici, sono sempre quello che le persone hanno portato sul cazzo a priori. Sono pochi quelli che si chiedono perché sei diventato così, cosa ti ha portato ad essere ciò che sei oggi. Ed io ho



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